DIVENTA ANTIFRAGILE, LA RESILIENZA NON BASTA!

RESILIENZA ANTIFRAGILITÀ
LA RESILIENZA NON BASTA!
DIVENTA ANTIFRAGILE!
Se vuoi scoprire la differenza e come acquisire questa preziosa capacità, leggi il testo fino in fondo.
Prima di tutto, che differenza c’è tra Resilienza & Antifragilità?
Oggi giorno si sente molto parlare di Resilienza e di quanto sia importante acquisire questa capacità, soprattutto in tempi incerti come questi recenti, o meglio come dice il grande sociologo Zygmund Bauman, “modernità liquida”, cioè “Liquido” indica il tipo di vita che si tende a vivere nella società moderna, dove le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini o procedure. Uff che fatica eh?
Proprio per questo motivo, ad oggi, sempre di più ci rendiamo conto che o impariamo ad essere Resilienti o continueremo a trascinarci pesantemente lungo i diversi adattamenti che siamo costantemente sollecitati a fare.A quanto pare però, nel mondo liquido, solo la resilienza non basta! Ad oggi è necessario sviluppare quello che è “l’ antifragilità”, termine coniato dal saggista Nassim N. Taleb. Ora andiamo ad esplorare il significato di questi due aggettivi, per capirne le differenze.
In psicologia, la #resilienza è un concetto che indica la capacità di fare fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza cambiare la propria identità. La parola “resilienza” deriva dalla parola latina “resilire”, che letteralmente significa “saltare indietro”.(definizione tratta da Wikipedia).
Quindi, in poche parole, questa preziosa competenza ci permette di fare fronte allo stress e alle difficoltà uscendone rafforzati, adattandoci alle diverse situazioni che ci mette in gioco la vita. Essere resilienti non significa quindi non provare le difficoltà, ma semplicemente di saperle affrontare positivamente, evitando crolli emotivi o crisi di auto-governo.
Le principali caratteristiche di una persona resiliente sono l’ottimismo, l’autostima, la robustezza psicologica e la capacità di focalizzarsi sulle opportunità piuttosto che su quello che manca, oltre che avere il gusto per le sfide e predisposizione ad accettare i cambiamenti non vivendoli come problematici, sentendosi “Fragili”
Nella definizione di Antifragilità di Taleb invece, quello che io trovo interessante è proprio la presa in considerazione dei sistemi che invece si, possono essere fragili, e che invece di “resistere” diventando più robusti o resilienti, riescano invece ad ottenere dei benefici dalle circostanze difficili stesse.
Si tratta della possibilità di diventare persone migliori attraverso le difficoltà.
L’uomo sviluppa tante teorie per spiegare l’inspiegabile, dall’inizio dei tempi cerca di dare un senso a quello che va vissuto. Parla con insistenza di verità assolute. Si dimentica che ci sono situazioni difficili, ingiuste e immeritate e che queste vanno affrontate.
“L’ #antifragilità va al di là della robustezza. Ciò che è resiliente resiste agli shock e rimane immutato, mentre l’antifragile migliora”
Bisogna saper cogliere le opportunità nascoste dietro ad ogni esperienza negativa.
Taleb dice che il caos e il disordine possono essere visti come importanti generatori di vita; generare nuove scoperte ed aprire nuovi sentieri, che a livello personale si traducono in nuove capacità e potenzialità, che a loro volta portano ad una maggiore sicurezza.
Ritengo che questo concetto di Taleb, sia molto confortante nel nostro continuo tentativo di “essere forti, robusti e resilienti” il che a lungo andare può portare ad una “rottura del sistema”. Quindi, un sistema che Robusto può comunque contenere in sé anche la sua fragilità. Dovremmo si invece permetterci di riconoscere le nostre fragilità e vedere all’interno di queste, la grande opportunità di miglioramento. C’è sempre un margine di miglioramento.
In un’ottica “antifragile” ci sono delle utili domande sulla quale poter riflettere di fronte ad un’avversità:
– Cosa mi sta insegnando questa situazione?
– Che persona sarò una volta superata questa difficoltà?
– Quali risorse che avevo in me sto riscoprendo affrontando questa situazione?
– Come potrà essere utile agli altri la mia esperienza?
L’ antifragilità può essere vista come un approccio, un pensiero laterale (al contrario di quello logico-verticale) di vedere e affrontare la vita, valorizzando anche le nostre fragilità come punti di forza, dunque non è resistere o proteggersi, bensì adattarsi.
 
Se anche tu sei stanco/a di “resistere” e vuoi sapere come usare le tue fragilità a tuo favore, Io posso aiutarti. Se vuoi sapere come , scrivimi per fissare la tua sessione gratuita!
 
Testo di Lorreine Costantino
Fonti:
 
– Wikipedia “ Principio di antrifragilità” & “resilienza”
– Nassim Nicholas Taleb, Antifragile. Prosperare nel disordine, Il Saggiatore, Milano, 2013
 
 
 
 
 
 
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